Mese: Febbraio 2023

TERRA NERA di Enza Salpietro

Recensione a cura di Antonio Di Lallo

Parole come note armoniche su un pentagramma verginalmente bianco, aprono questo libro di rara bellezza e potenza evocativa. L’autrice, Enza Salpietro, con pennellate auliche accompagnate da splendide foto, riesce a narrare con delicatezza e maestria unica, la storia di famiglie che si conoscono da tempo. Legami amorevoli che si sfilacciano in avvenimenti tipici di ogni esistenza umana. Amicizie che diventano infatuazioni, passi falsi, desideri di fuga per poi tornare lì, nella fiaba che si amava di più da bimbi: Casa, che non è dove si è nati, non solo almeno, ma è dove il cuore ha messo radici. Anche i nomi dei protagonisti, così diversi eppure così quasi familiari, permettono di leggere questa piccola opera di una novantina di pagine con un animo sereno e una bellezza stilistica unica. quasi una esperienza purificatrice. Una grande poesia in prosa, una storia che,come detto,si dipana per anni, un narrato che è il vissuto, particolare di queste persone, vere? Chi lo sa,loro sanno solo che alla fine hanno compiuto scelte tali che le hanno portati a quel punto e gli sta bene così. Il ritrovamento fatto da bambini, un dono per ognuno di loro, significativo poi, quasi delle loro vite subito dopo.Tre anime viaggiatrici, trasmigrazioni di paesaggi, il lettore cammina mano nella mano con l’io narrante della Salpietro, scoprendosi sempre più attento e avvinto nelle spiredi una storia che dimostra per tutto il suo dipanarsi, l’amore per la terra Natia, la Santa Trinacria. Questo immaginifico incastrarsi di anime è quasi sublime nel suo trasformarsi capitolo dopo capitolo. Quando si arriva alla fine si sorride nella commozione, e si rimane lì, sorpresi da questa fine che è sì inaspettata, ma sotto sotto intuibile, desiderabile diciamo. Un bellissimo testo che occorre leggere anche e sopratutto quando si è in dubbio su che svolta prendere nella propria vita, sia sul piano reale sia su quello professionale.

Antonio Di Lallo

Come Presentare un manoscritto ad una Casa Editrice

Come presentare un manoscritto ad una Casa Editrice con la speranza che non venga immediatamente cestinato, è una delle tante domande che affollano la mente di ogni autore che si trova tra le mani la sua opera finita, o almeno crede che lo sia. Il dilemma, non è rappresentato solo dal come proporlo, ma anche a chi, proporre la propria opera che sicuramente è costata sacrificio e impegno. Per sgomberare il campo da ogni dubbio, bisognerebbe evitare le case editrici a pagamento (EAP), queste non solo non vi aiuteranno a progredire nella difficile arte della scrittura ma vi spilleranno inutili quatrini, illudendovi di aver scritto un premio Strega che deve essere solo publicato e una volta fatto vi abbandoneranno a voi stessi, in quanto loro hanno già guadagnato sulle vostre tasche e anche sulla vostra pelle e non gli interessa promuovere, pubblicizzare e valorizzare il vostro libro, tutto quanto lecito senza dubbio ma l’Editore e l’editoria sono altra cosa. Detto questo la ricerca va indirizzata verso una vera e propria casa editrice, piccola o titolata, ma comunque una casa editrice. Riconoscere una Eap non è difficile,una volta ricevuto il manoscritto vi risponderanno in tempi molto brevi (anche perchè non leggono nulla) e vi proporranno dopo numerose adulazioni, un contratto editoriale farcendo il tutto da una frase ricorrente, “Pubblichiamo il tuo sogno”, e dietro questa frase si nasconde tutta la filosofia adulatoria che porta poi ad una richieta di denaro, che potrà essere anche sotto forma di obbligo ad acquistare un certo numero di copie, e molti vi faranno pesare il fatto che vi forniscono il codice Isbn, che in ogni caso ha un costo irrisorio, e questo è bene che si sappia. Ma nessuna di queste aziende che sono solo stampatrici, vi dirà mai che il vostro libro obbligatoriamente deve esssere registrato per legge alla Bibblioteca Nazionale di Roma Firenze ed essere inserito nel Catalogo Nazionale. Difficilmente lo faranno, ma la responsabilità legale ricade sull’autore e non sulla casa editrice che dovrebbe svolgere questa mansione su delega dell’autore medesimo. La leva psicologica usata è la voglia di pubblicare, per egocentrismo, per appagare le proprie aspettative per poi vantarsi con amici e parenti di essere diventati scrittori, nascondendo il fatto di aver pagato. Bene se le summenzionate non sono da considerare case editrici, neanche i loro clienti sono da considerarsi scrittori, e non lo saranno mai. Per fortuna, di Case Editrici classiche ve ne sono molte e anche serie,oneste e preparate a ricevere il vostro manoscritto e valutarlo. Molto probabilmente verrà scartato ma senza dubbio qualcuno dell’uffucio editing e valutazioni lo leggerà e vi comunicherà l’esito finale,presto o tardi, anche perchè una casa editrice riceve in media , anche se è una piccola realtà, 20/50 manoscritti al giorno, e questa mole di lavoro ha bisogno di tempo per essere smaltita e dare delle risposte professionali, negative o positive che siano. Una volta individuata la/le case editrici a cui rivolgersi, bisogna sapere come comunicare la propria proposta, che nell’era digitale viene inoltrata normalmente a mezzo e-mail. E’ utile sapere che il manoscritto deve essere inviato con un file in versione editabile e non pdf, bisogna inviare il file intero e non una parte del manoscritto per la paura che venga “rubato”. A questo proposito i molti timori di vedersi sottratta la proprietà intellettuale, sono inutili, in quanto è sufficiente salvare la mail comunicata e si può benissimo dimostrare la prorietà intellettuale. Come è inutile depositare copie alla SIAE, infatti con il sistema ISBN tenuta dall’apposita agenzia ISBN tale registrazione risulta inutile e costosa e non risolve il problema della certificazione della proprietà intellettuale che in ogni caso è tutelata da apposite leggi dello Stato. I file da inviare devono essere sostanzialmente tre, uno per il manoscritto, uno per la sinossi e uno per una breve biografia letteraria dove siano visibili gli elementi per un contatto, (Nome Cognome, indirizzo e telefono, indirizzo posta elettronica). Bisogna dare la possibilità a chi vi valuta di conoscervi il meglio possibile e di farsi una opinione su di voi oltre che su quello che scrivete. La documentazione deve essere accompagnata da un breve messaggio introduttivo, che in alcun modo non deve avere un tenore di saccenza o vantarvi di aver già pubblicato con tizio o con caio, in quanto questo non è una nota di merito ulteriore, chi vi valuta lo fa sulla base del manoscritto ricevuto e non su quello che avete già pubblicato, specie se specificate il nome dell’editore precedente che il più delle volte per quanto riguarda autori emergenti, sono editori a pagamento. L’Editore che pubblica dietro compenso, non può essere indicato come esperienza pregressa o motivo di vanto da mettere sul piatto del negoziato editoriale, l’editore a pagamento pubblica qualsiasi corbelleria editoriale purchè venga pagato per questo, quindi tanto vale non nominarlo nemmeno. Potrà essere utile sapere che un manoscritto di un testo di narrativa in media consta di 100-150 pagine, che corrispondono a circa 80-110 pagine Word (formato A4) mentre libro viene stampato su file pdf(formato A5) quindi più piccolo. E’ inutile quindi presentarsi con manoscritti da 30-50 pagine che sarebbero poi solo delle storielle impubblicabili per una CE non a pagamento , mentre per una EAP lo pubblicherà senza dubbio,basta pagare. Per quanto riguarda le silloge poetiche, indipendentemente dai contenuti, dovrebbero contenere in media 60-80 componimenti poetici, liriche o prose, mediamente di 30 versi per le poesie, mentre per le liriche o la prosa non vi è un limite stabilito, anche perchè si suppone che l’autore ,poeta o narratore sia a conoscenza della differenza tra lirica poesia e prosa.Inutile presentarsi con 10 – 20 componimenti, risulterebbero non pubblicabili. I motivi di questa mancanza di requisiti alla pubblicazione sono semplici e vanno individuati sui problemi di stampa che ne derivano. Stampare un libro vuol dire che bisogna creare un “vestito ” su misura, tale vestito prende il nome di copertina fronte, e quarta di copertina, retro. In mezzo alle due parti vi sta il “dorsetto” che è quello spazio che racchiude il numero delle pagine e lo ingloba nella copertina fronte e retro e questo “dorsetto ” varia in funzione delle pagine. Se voglio stampare un libro di 30 pagine, il dorsetto sarà talmente sottile che non potrà essere fatto e non potrà neppure esssere rilegato, con una classica brossura fresata che normalmente si usa. In poche parole il vostro librettino dovrà essere “graffato” e risulterà un opuscoletto, anche bruttino alla vista e poco attraente. Tutte queste informazioni serviranno a chiunque voglia inviare un manoscritto ad una casa editrice e sapere poi il perchè non viene accettato, non serve indignarsi od oltraggiare il vostro interlocutore, serve invece studiare, aggiornarsi ed imparare a scrivere con cognizione di causa. La scrittura è una cosa seria ed è un’arte che non si improvvisa, ma si può acquisire, con volontà e impegno!

Nonsolopoesie Edizioni e….

VENOSA (PZ) DAL 1° GIUGNO AL 04 GIUGNO 2023

“Borgo D’Autore” é un festival dedicato al libri e alla letteratura che si svolge nel centro storico di Venosa (PZ) con lo scopo di valorizzare e promuovere il patrimonio culturale e artistico, le bellezze naturali e storiche di una città dalla storia millenaria. Venosa è la patria di Orazio poeta romano. Quintus Horatius Flaccus nacque a Venosa l’8 dicembre del 65 a.C. e morì a Roma il 27 novembre dell’8 a.C. Venosa era una colonia romana fondata in posizione strategica tra Apilia e Lucania, allora in territotio Dauno, ora Basilicata. L’evento mira anche ad appassionare il pubblico alla lettura e a trasmettergli l’amore per la cultura letteraria. Il Borgo antico di Venosa racchiude al suo interno svariati elementi di interesse storico, artistico ed architettonico e ben si presta , dunque, come scenario per iniziative di promozione alla lettura ed eventi legati al libro. La sua dimensione raccolta, oltre a consentire al pubblico di spostarsi a piedi da un appuntamento all’altro, permette di avvicinare lettori e autori,annullando le abituali distanze e recuperando il piacere del dialogo, dello scambio, e della conversazione.

da-www. borgodautore.com

Nonsolopoesie Edizioni sarà presente a tale evento assieme alle proprie pubblicazioni dove i lettori presenti e futuri potranno visionare i libri editati, scoprirne le storie ed assaporarne i contenuti il tutto in quattro giorni dove tutto lo staff di Nonsolopoesie Edizioni sarà a disposizione anche di autori emergenti lucani che abbiano voglia di mettersi in gioco e di proporre la valutazione dei loro lavori.
Ringraziamo l’organizzazione nella persona del Responsabile organizzativo Sig. Pasquale Cappiello e di tutto lo staff dell’Associazione Culturale ” Il Circo dell’Arte” per averci consentito di partecipare.

Venite a Venosa “Borgo D’Autore 1° Giugno-4 Giugno 2023

I POETI DIMENTICATI- Pompeo Bettini-

Parlare di poeti dimenticati, vuol dire necessariamente fare un passo indietro nel panorama storico letterario, come riesumare una salma, analizzarla e con fare antropologico riscoprirne i valori. Ogni artista è testimone del proprio tempo e spesso lo è anche per le generazioni a venire, che a distanza di decenni si riscoprono attuali. E’ il caso di Pompeo Bettini( Verona, 1 Maggio 1862- Milano, 15 dicembre 1896). Scrittore, drammaturgo, poeta e traduttore. Artista completamente autodidatta, nato gracile e deforme a causa di una malattia e costretto da problemi di salute e lutti famigliari ad interrompere gli studi, trovò lavoro giovanissimo presso lo stabilimento tipografico Sonzogno che divenne poi la casa editrice tuttora in attività . Di Pompeo Bettini non vi sono molte immagini, se non consideriamo quelle che appaiono sulle copertine delle varie pubblicazioni.

Poeta e scrittore di idee socialiste, fu amico di Filippo Turati e collaboratore della sua rivista “Critica Sociale”. Tradusse dal tedesco il “Manifesto del Partito Comunista” di Marx e Engels che uscì nella rivista Lotta di classe nel 1892. Insegna gratuitamente in una scuola per figli di muratori ed aderisce a molte iniziative sociali che alterna alla scrittura. Le sue poesie uscirono postume per la prima volta nel 1897, stampate in un volume su iniziativa della madre in 400 copie rimaste pressocchè invendute. Solo nel 1947 furono riscoperte da Benedetto Croce che ne curò l’introduzione (le Poesie di Pompeo Bettini- Bari-Laterza 1942)Fu proprio Benedetto Croce a definire la lirica di Bettini genuina e necessaria. Al Bettini viene attribuita una anticipazione della tematica crepuscolare ed ermetica oltre alla contemplazione idillica del trascorrere del tempo e ad una angoscia esistenziale di fondo. Gilberto Finzi ( Mantova 1927-2014 Poeta , Scrittore e Critico) lo definì un post- scapigliato che si differenzia dalla maggioranza degli esponenti di tale corrente, per la sua smaliziata ironia. Fu anche autore di commedie come I Vincitori (1894) un dramma pacifista di ispirazione risorgimentale ripreso e poi tradotto in dialetto milanese da Ettore Albini( 1869-1954) con il titolo la guèra edito nel 1896 con la prefazione proprio di Filippo Turati. Nel 1890 con Sonzogno pubblica La Toga del Diavolo ripresa con un nuovo titolo Poesie e Prose addirittura nel 1970 edito da Cappelli -Bologna a cura di Ferruccio Ulivi. L’opera e il pensiero di questo artista si coniuga e si collega obbligatoriamente al periodo storico post-risorgimentale e all’Unità d’Italia. In una nazione nascente che si apprestava a fare il salto economico e sociale, da una economia prettamente agricola e latifondista ad una economia industriale al passo con le altre nazioni europee, e in un contesto in forte cambiamento Bettini comprende subito l’importanza dell’istruzione delle masse popolari, anche attraverso il suo lavoro di correttore bozze presso Sonzogno. Egli si rende conto di quale importanza può avere l’istruzione e la cultura in quel periodo di quasi fine secolo ottocento, per l’emancipazione delle masse popolari, contadine e operaie. Solo pochi anni prima era stata rivista l’obbligatorietà scolastica che portava a quattro anni l’istruzione elemntare (riforma Casati) di cui solo il biennio era obbligatorio, ai cinque anni della legge Coppino, con obbligo per il triennio. A dimostrazione del suo impegno in tal senso e a testimoniare quanto l’istruzione sia fondamentale e al senso formativo che il giovane Bettini dava al suo modesto impiego di correttore bozze, vi sono le sue pubblicazioni del 1899 Il Viaggiatore poliglotto, vocabolario per la pronuncia dei principali nomi geografici non un libro o manuale ma un semplice opuscolo divulgativo scritto nel modo più semplice possibile, proprio a dar la possibilita di lettura a dei fruitori, come dire, non proprio istruiti. E nel 1891 pubblicava con la Tipografia degli operai di Milano due manuali divulgativi, L’Unità ortografica nelle tipografie Italiane e Il correttore nella tipografia moderna. Bettini attraverso le sue attività partecipa attivamente (assieme ad altri giovani autori,tra cui una giovanissima Grazia Deledda) al quel clima di rinnovamento culturale itaiano che avrebbe portato, non senza ambiguità e contraddizioni, nei primi anni del Novecento, al superamento di quei limiti espressivi di una poesia che aveva perduto nel trascorrere dei secoli, insieme alla chiarezza interiore, il rigore e la coerenza morale. Il Bettini non è stato solo un poeta ma anche uno scrittore dedicandosi alla narrativa e a testi teatrali. Nelle sue poesie sfoga una sua profonda disillusione irrigandola di amarezza nei confronti del futuro. Si serve di immagini topiche , quindi non punta all’originalità per illustrare il contrasto tra l’idilio, la malinconia e l’oscuratezza per descrivere la finitezza e la incompiutezza dei nostri progetti di fronte al trascorrere inesorabile del tempo. Pompeo Bettini visse solo trentaquattro anni e venne sepolto nel Cimitero Maggiore di Milano, poi i suoi resti vennero trasferiti in una celletta funebre.